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Che bella e vera questa visione della vita, della prova e della sofferenza: grazie, soprattutto per chi, come quelli della mia età siamo state educate a considerare limiti, insuccessi, disagi come qualcosa di negativo, come cose da sopportare, al massimo offrire, quando non se ne può fare a meno…
Bella, profonda, la riflessione che, anche stavolta ci hai regalato.
La metto sul “carro” della vita e spero di farne buon uso.
Tante persone, a me care, vanno in questa direzione.
Il dolore, la depressione, i fallimenti e quant’altro fanno parte dell’esistenza e dobbiamo viverli, esserci.
Sarebbe proprio bello che fosse così sempre.
In determinate circostanze, la realtà ci sovrasta; è più grande di
noi. Ci sentiamo persi, impotenti, senza l’ultima carta da giocare. Sfiniti. Solo la rinuncia.
Non ci resta che terminare il cammino.
Nel dolore ti educo ad essere come Io sono stato e sono e voglio che tu sia. Non fuggire, resta. Non andare, stai.
Molto bello quello che dice don Paolo in questa analisi di un problema che riguarda tutti noi, prima o poi, ci riguarda. Come vivere il negativo, come attraversare il dolore, qualsiasi dolore, quale atteggiamento assumere perchè possa svilupparsi la bellezza collaterale.
Grazie Don Paolo, mi piacerebbe tanto poterla conoscere di presenza. Lei è un dono dal cielo.
Grazie don Paolo .
davvero una cura qs …parole che mi aiutano a guardarmi dentro a rivedere il mio atteggiamento e la mia tentazione a pormi come salvatrice !
…..”a nutrirmi del bisogno dell’altro proprio per sentirmi buona” e anche l’aggravante di essere vista e sentirmi dire anche brava ……tutto sommato facile
Ma il difficile é semplicemente stare accanto “ esco da me e sto con te “
IRENE
Non so, non sono molto d’accordo con quanto detto. Secondo me i dolori davvero gravi, come la morte di un figlio o di un marito, creano nella vita fratture irrimediabili e la morte di una parte di sè. Una parte di noi, forse la più viva, se ne va con chi è morto, dove non sappiamo, è un insondabile mistero. Andiamo avanti e continuiamo ad agire, a fare, ad operare, ma non saremo mai più quelli di prima , perchè una radice del nostro essere è stata spezzata e non potrà più tornare viva.
Grazie di cuore per questa meravigliosa sintesi. Nel mio lavoro di cura sento estremamente vere tutte le parole che sono state dette in questi trenta minuti, davanti al dolore si può solo stare e lasciare che questo ci cambi nel profondo, faccia emergere il nostro bene più grande: la vita in tutte le sue sfaccettature e ambiguità.
Grazie in particolar modo per alcuni concetti: il passaggio da empatia ad exopatia e la definizione di estetico e anestetico.
Grazie don Paolo per le sue riflessioni profonde, illuminanti, profetiche. Anch’io la ringrazi per l’analisi profonda di alcuni concetti che già altri hanno sottolineato; anche l’uso delle parole simpatico e diabolico….Talvolta anch’io con i miei studenti (insegno religione) cerco di andare alla fonte , all’etimologia originaria delle parole….e si aprono mondi nuovi e declinature nuove. Mio marito ed io abbiamo stampato le date di tutti gli incontri che ha organizzato quest’anno….speriamo davvero tanto di riuscire ad incontrarla di persona (Covid permettendo).
Un caro abbraccio