«Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.14Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: “Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?”. 15Ma Gesù gli rispose: “Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia”. Allora egli lo lasciò fare. 16Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. 17Ed ecco una voce dal cielo che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento”». (Mt 3, 13-17)
Nel brano, Gesù si mostra in fila coi peccatori: egli rivela, in maniera definitiva, che Dio è inequivocabilmente il «Dio con noi» (Mt 1, 23), ovvero l’Amore che mi dice: io sto dalla tua parte, sono per te, a tuo favore, dove sei tu ora io sono con te, ti accompagnerò, anzi ti precederò ovunque tu andrai, fosse anche negl’inferi.
Sulla croce Gesù porterà a compimento questo ‘essere con’: «Oggi sarai con me in paradiso» (Lc 23, 43).
Il Battesimo è perciò la dichiarazione d’amore di Dio per me, di un amore che sta dalla mia parte, che non abbandona qualunque cosa accada e mi accada, che si prende cura della mia storia senza vergognarsene: «Non si è vergognato di chiamarci suoi fratelli» (Eb 2, 11).
All’incomprensione di Giovanni su ciò che sta accadendo, Gesù risponde: «Lascia fare per ora» (v. 15). Gesù supplica il Battista, e ciascuno di noi, di non impedirgli di starci accanto, di entrare nelle nostre morti, nei nostri sepolcri, nei nostri inferni, perché altrimenti non potrebbe raggiungerci e donarci quella Vita di cui abbiamo terribilmente bisogno.
Per cui «conviene» (v. 15) a me, a ciascuno di noi che egli s’immerga nelle nostre solitudini e nelle nostre ombre più oscure. Questa è la ‘giustizia’ di cui si parla nel testo e che ora deve essere adempiuta (v. 15); non ‘dare a ciascuno ciò che si merita’, ma compimento del sogno di Dio: l’uomo riportato al suo splendore. Dio sogna solamente che l’uomo si scopra finalmente figlio amato e prediletto, e perché questo possa accadere, Gesù deve potersi fare fratello, solo così può fare dei fratelli i figli del Padre.
A quel punto sentiremo pronunciata dentro il nostro cuore la parola del Padre: «Tu sei il mio figlio amato, ti amo per quello che sei e come sei. Amo te per quanto sia grande il tuo peccato e la tua fragilità. Son qui a prendermi cura di te in quanto te. Io ho vinto la morte, e con essa tutte le morti, quelle che ti porti dentro e con le quali non sei mai riuscito a riconciliarti».
A quel punto Giovanni «Lo lasciò fare» (v. 15b). La salvezza, in ultima analisi, sta tutta qui: lasciare che Dio mi ami! Abbandonarsi, lasciarsi raggiungere così come siamo dal suo amore. Lasciarci scovare nei nostri nascondigli più reconditi, tendergli la mano lontani da ogni paura, e permettergli di riportarci a casa.