«33Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. 34Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte. 35Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». 36Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto 37e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». 39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». 40L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? 41Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». 42E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». 43Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».44Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, 45perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. 46Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò». (Lc 22, 14 – 23, 56)
Dio è onnipotente solo nell’amore, e questo lo mostra soprattutto sulla croce, laddove compie il suo giudizio: perdona i nemici e dona il suo regno ai malfattori, dà la vita a chi gliela toglie e si fa condannare e uccidere per poter stare con noi. Questo è l’unico giudizio che ci attenderà.
Su quel legno Dio riporta la sua vittoria: perdendosi ci ha ritrovati, facendosi maledetto ci ha benedetto, rendendosi impotente ci ha rivestiti di potenza e nel fallimento ci ha rigenerati.
Sul Calvario Gesù è stato crocifisso in mezzo a ciascuno di noi che abbiamo fatto il male, e ora dona il perdono che è presenza dell’Amore più grande di ogni peccato commesso e di ogni male subìto.
«Tu sarai con me», dice Gesù al malfattore. Sì, tu sarai con me, perché “Io sono” l’Emmanuele: il Dio con te. Tu, come Adamo, sei fuggito da me, ma io sono sceso fin qui all’inferno per poterti ritrovare, e ho abbracciato questo legno, per poterti riabbracciare. Sono venuto con te sulla croce, perché tu entrassi con me in paradiso. Per questo tu adesso puoi abbandonarti a me.
Per questo Paolo dirà: nulla potrà più separarci da questo abbraccio (cfr. Rm 8 35), perché il suo amore è per sempre e sempre con me. Io sono solidale con il tuo dolore – dice Dio – affinché tu sia solidale con la mia gioia (Mt 25, 21.23).
In questa settimana santa, che si sta aprendo dinanzi a noi, cerchiamo d’imparare il vero nome di Dio, il suo vero volto, l’amore ‘folle’ che può solo donare e amare.
Impariamo che la sua misericordia è attratta solo dalla mia miseria. Che io sono l’amato da un amore fedele che sta con me anche quando io non sto con lui, che sale con me su tutte le croci sulle quali m’abbarbico per cercarvi frutti di vita e che preferisce morire purché io non muoia.
E alla fine impareremo che l’altro non è più il nemico dal quale doverci difendere, ma il fratello che possiamo finalmente raggiungere, divenendo così figli del Padre che ama senza distinzioni. Impareremo insomma che l’unico modo di vincere è perdere, che l’unico modo di possedere è condividere e che l’unico modo di vivere è morire amando.