Lc 2, 22-40
Nel vangelo di oggi la parola ‘Legge’ torna cinque volte (vv. 22; 23; 24; 27; 39).
Giuseppe e Maria alla Legge pare tengano molto. Come il Nicodemo di giovannea memoria, son certi che l’ottemperanza precisa della Legge divina sia sufficiente e necessaria alla relazione col divino e dell’avvento del Regno di Dio.
Gesù in un lento cammino, tenterà di trasformare la loro religione dedita al ‘fare’, in fede che accoglie: religione, osservanza, Tempio, Legge, precetti, riti e culti non sono più necessari ad assicurarsi una relazione speciale con la sfera di Dio. Con Gesù s’inaugura il tempo della fede, esperienza di un Amore preveniente e gratuito, svincolato dallo stato di ‘purità’ dell’essere umano e dalla sua condizione morale e religiosa: «Così [Gesù] ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in sé stesso, dei due, un solo uomo nuovo» (Ef 2, 15).
Dio non è più Legge da ottemperare ma solo dono da accogliere!
Giunti al Tempio a compiere lo sterile rito, Maria e Giuseppe vi trovano un uomo ripieno di quello Spirito che è vita e che ‘soffia dove vuole’ (Gv 3, 8). Quest’uomo prende in braccio l’unico ‘tempio di Dio fra gli uomini’ e senza pronunciare le parole di un rito, si lascia andare ad una delle più belle preghiere del Nuovo Testamento. Loda Dio per la salvezza che è scesa come dono (e non come premio) su tutti gli uomini, addirittura sui ‘popoli pagani’: «Luce per rivelarti alle genti» (v. 32). E dirà alla madre: «Anche a te una spada trafiggerà l’anima» (v. 35). La spada nel Nuovo Testamento è simbolo della Parola di Dio (Eb 4, 12; Sap 18, 15; Is 49, 2). Maria è qui vista, dalla Chiesa nascente, come il nuovo Israele, quello senza confini, completamente rinato in quanto ha accettato di farsi raggiungere, colpire dalla ‘parola del Vangelo’, perché decida da che parte stare, non più col vecchio ma col nuovo, non più dalla parte della religione ma del Vangelo.
Maria dopo il ‘lungo pellegrinaggio della fede’ (Lumen Gentium), ha deciso finalmente da che parte stare. Dinanzi alla possibilità di affossarsi in un ‘establishment’ religioso, sterile e fermo a riti, precetti e Leggi volti alla comunione col divino, ha optato di vivere accogliendo l’unica Legge propugnata dal figlio, ossia quella dell’amore (Gv 13, 34), lasciandosi così trasformare lentamente sino a divenire discepola sotto la croce (cfr. 19, 26), conseguenza estrema dell’amore. Se l’accoglienza dell’annuncio dell’Angelo aveva reso Maria madre di Gesù, l’accoglienza in sé del Verbo, ossia il vivere la modalità dell’amore, la conduce ora ad essere pienamente donna (non madonna) e discepola.