«1Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, 2come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, 3così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, 4in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. 14Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. 16Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: 18Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, 19a proclamare l’anno di grazia del Signore. 20Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. 21Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». (Lc 1, 1-4; 4, 14-21)
Dio ha un sogno, che i poveri siano fatti oggetto di salvezza; i prigionieri siano messi in libertà; i ciechi riacquistino la vista; gli oppressi conoscano la libertà, e la storia conosca la possibilità di una ri-creazione.
Gesù dice: “in me – oggi – il sogno di Dio s’è fatto realtà” (cfr. v. 21).
Anzitutto è in me a compiersi questo sogno. Quando mi permetto di entrare in contatto col ‘Dio più intimo a me di me stesso’ (Agostino), e gli lascio spazio di azione, di espansione, la mia vita conosce pian piano una vera e propria ri-creazione, una trasformazione. Questo per il fatto che l’energia divina che riposa in me inizia a dilatarsi, a irraggiarsi guarendo la mia cecità, le mie durezze, le mie schiavitù dal male e dagli egoismi che tanto inficiano l’umano. E solo dopo, e di conseguenza, la realtà intorno a me comincerà a trasformarsi.
«Sii tu la trasformazione che vuoi vedere nel mondo» (Mahatma Gandhi).
Cercare di trasformare in bene una realtà maligna dall’esterno, sarà sempre occasione di violenza e moltiplicazione del male stesso. Non si esporta il bene “da fuori”, sarebbe stucchevole elemosina.
Gesù è l’uomo che ha compiuto la lenta trasformazione di sé sino a compiere gesti divini; trasformando sé stesso ha mostrato Dio all’opera.
«La divinità si incontra quando l’umanità diventa così integra e profonda, quando si vede una persona senza difese e senza potere che è capace di darsi totalmente. Questo è il momento in cui il Gesù umano ci apre gli occhi a tutto ciò che significa Dio e ci permette di vedere tutto ciò che Dio è. Non è attraverso il divino che noi sperimentiamo l’umano; piuttosto il contrario, è dall’interno dell’umanità che sperimentiamo il divino » (John Spong).
Portare questa nostra umanità e questo nostro mondo a compimento, è compito di ciascuno. Vivere con senso significa unirsi nel bene e condurre la vita verso una direzione precisa, un porto di bene.
E Dio non può farci nulla in tutto questo processo, o meglio ha già fatto tutto all’inizio, ponendo nella creazione stessa – e in noi – sé stesso, ossia il principio di bene e di vita che deve essere ora portato a compimento. Ma tutto questo è solo nelle nostre mani.
Per cui la questione è diventare responsabili, introducendo nel vasto terreno della storia il seme del bene, una sorte di antidoto all’oscurità, che per quanto piccolo, sarà sempre in grado di sprigionare energia infinita, come l’amore. E allora tutta la pasta sarà finalmente lievitata.
«A ogni nuovo crimine o orrore dovremo opporre un nuovo pezzetto di amore e di bontà che avremo conquistato in noi stessi» (Etty Hillesum).