Lc 1, 26-38
“L’anima è sempre vergine, saperlo e vivere di conseguenza è ciò che chiamiamo spiritualità” (P. d’Ors).
La questione è che non lo sappiamo, o se vogliamo, ce ne siamo dimenticati.
Dovremmo dedicarci del tempo – il tempo del silenzio – per prendere coscienza che dentro di noi vi è un luogo immacolato e vergine, puro e originale. Un luogo sacro, incontaminato, dove siamo pienamente noi stessi, autentici, dove non abbiamo bisogno di giustificarci o vivere di prestazioni per essere riconosciuti e accolti.
Un luogo sacro dove non può entrare il giudizio altrui e le parole degli altri non possono ferirci.
Un luogo immacolato e vergine, puro e originale dove non è dato vivere sensi di colpa, perché al nostro giudice interiore che sempre ci giudica non è dato entrarvi.
Abbiamo bisogno di qualcuno, d’un ‘angelo’ che come a Maria, ci faccia memoria di essere pieni di grazia, ossia di essere abitati da questo spazio ‘altro’ dove ‘la grazia accade senza sforzo’ (S. Weil), al di là del nostro fare, e che la nostra identità più profonda – come quella di Maria – è appunto vergine e feconda, vuota e piena. Feconda perché vergine, piena perché vuota.
Solo se siamo vuoti possiamo essere raggiunti; rinunciando a ‘fare’ conosciamo la fecondità del vivere.
Perché svuotati da ogni interesse personale siamo aperti a ciò che gratuitamente può raggiungerci.
La pratica meditativa credo sia il momento in cui con un atto di consapevole attenzione viviamo tutto ciò: il momento dell’abbandono, della consegna di sé, in quanto «La Meditazione è un non-fare basato sulla fiducia» (F. Fabbro).
Maria dice sì – s’affida – a ciò che capita al di là del suo com-prendere, del suo capire.
«Cominceremo a vivere quando rinunceremo a voler capire» (Ch. Candiani). La vita comincerà a farsi carne in noi nella misura in cui cesseremo di commentarla.
«Ritorna dentro,
nel luogo dove non c’è nulla,
e bada che nulla entri.
Penetra nelle profondità di te stesso,
nel luogo dove il pensiero non esiste più,
e bada che nessun pensiero vi sorga!
Lì dove non esiste nulla,
Pienezza!
Lì dove non si vede nulla,
la Visione dell’Essere!
Lì dove non appare più nulla,
l’improvvisa apparizione del Sé!
Meditazione è questo!» (Sri Gnanananda)