Lc 20, 27-38
Stando al vangelo di questa domenica, pare che l’idea di risurrezione propria della setta religiosa dei sadducei – e di molti cristiani oggi – fosse quella di una mera rianimazione di cadavere, una sorta di seconda chance concessa dopo la morte biologica.
Gesù di Nazareth ci ricorda che la risurrezione autentica non è qualcosa che riguarda il dopo morte ma piuttosto l’al di qua della vita.
Il Dio di Gesù è infatti quello del roveto del Sinai, il quale non volendo rivelare a Mosè il proprio nome (cfr. Es 3, 14) lo invita ad andare a liberare i suoi fratelli dall’oppressione egiziana. Detto in altri termini: il Dio di Gesù è il Dio dei vivi, non dei morti (v. 38), e se ne farà esperienza al centro della vita, vivendo in pienezza, anche perché cos’è Dio se non la Vita?
«Quelli che sono giudicati degni della vita futura… non possono più morire» (vv. 35s.) ricorda Gesù. Interessante. Gesù sta prospettando una possibilità, una modalità di vita che permetterà di non morire più. E qual è concretamente? Vivere già ora da risorti, e dal Vangelo sappiamo che vive da risorto chi fa coincidere la propria vita (il proprio nome) con l’azione di liberazione (risurrezione) dei fratelli oppressi da una vita diminuita. Chi vive ‘risuscitando a vita piena’ i fratelli, è già risorto!
«Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni» (Mt 10, 8): è questo l’invito rivolto da Gesù ai suoi: risuscitare i morti, ovvero riportare alla Vita coloro che stanno semplicemente esistendo.
Si risuscita in vita, ed è l’amore a sancirne il passaggio. Lo dirà Giovanni con queste parole: «Noi sappiamo che siamo passati – già ora, adesso, in questa vita – dalla morte alla vita [quindi risorti], perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte» (1Gv 3, 14).
Dunque ai sadducei di ieri e di oggi, i quali immaginano la risurrezione come un qualcosa che verrà dopo la morte, Gesù ripete «voi siete in grave errore» (Mc 12, 27). La morte toccherà solo chi troverà cadavere.
«Vincete la paura per non diventare cadaveri. Finché sarete vivi, la morte non vi potrà toccare. Nessuno potrà mangiarvi. Se la morte vi trova vivi, non vi toccherà» (Vangelo apocrifo di Tommaso).