Cenerentola (Cinderella) è un film del 2015 diretto da Kenneth Branagh, con protagonista Lily James, uscito da poco in DVD. Si tratta dell’adattamento cinematografico della celebre fiaba di Cenerentola e remake in live action del celeberrimo film d’animazione del 1950.
Un film per bambini, ma occasione per gli adulti a tornare al significato profondo della fiaba di antichissime origini.
Cenerentola infatti è la risposta alla domanda che prima o poi assale la vita di ognuno di noi: che cos’è l’uomo? C’è qualcuno che se ne curi o è solo cenere che viene dalla cenere?
La sporcizia, questo è il posto che il mondo ha pensato per Cenerentola.
Questa situazione è l’ultima parola sulla sua – e in ultima analisi – sulla mia vita?
È la cenere il mio destino?
L’uomo non è solo ciò che si vede. La realtà non si esaurisce in ciò che è pensabile, ragionevole o prevedibile. Una zucca può trasformarsi in carrozza, un topolino in destriero, uno straccio in un vestito splendido, e una lavandaia può trasformarsi in una regina.
“I sogni son desideri di felicità” canta allegramente la Cenerentola di Walt Disney, ed è proprio questo il mistero custodito dalla fiaba: il mistero di una persona miserabile che nonostante tutti i segni contrari continua a credere nella propria grandezza.
Il dramma che si consuma nella fiaba, così come nella nostra esistenza consiste proprio in questo conflitto tra una realtà che ti umilia, che ti accusa, che ti fa continuamente presente un limite, e il desiderio di grandezza infinito che non si sa dove viene.
Da Cenerentola a Leopardi… Fiaba e poesia insieme, a raccontare il mistero dell’uomo, a dire che questo essere composto da fango e cielo, percependo continuamente le cose peccare d’insufficienza, non s’accontenta di avvoltolarsi nella cenere.
«Natura umana, or come,
se frale in tutto e vile,
se polve ed ombra sei, tant’alto senti?»
(Giacomo Leopardi, Sopra il ritratto di una bella donna).
Perchè avvertiamo in noi il richiamo verso qualcosa che non si trova in questo mondo? Perchè la vita ci pone in un ambiente che si rivela pieno di contasti e difficoltà, mentre avvertiamo qualcosa di altro, che ci attira verso l’alto, lidi inimmaginati, ma veri, perchè si fanno sentire, si fanno tensione. Sì, siamo cenere, polvere, ma quella umanità grezza con cui veniamo all’essere va educata e modellata, curata ed alimentata, proprio rispondendo a quel richiamo, seguendo quella scia, che si fa strada tra le vicende del quotidiano. E così costruiamo il nostro io migliore, riempiamo il nostro vuoto, modelliamo la nostra statua interiore, prodotti di qualità che ci fanno “viventi”.