Un libro brevissimo, solo 50 pagine (è la trascrizione di una conferenza), ma di un contenuto inesauribile, capace di parlare ogni volta che lo si riprende in mano, come solo pochissimi altri libri ‘ispirati’, sono in grado di fare.
È un testo sull’importanza di intraprendere il viaggio più importante e al contempo difficile che esista: quello verso noi stessi.
Infatti l’uomo per la sua crescita e per raggiungere l’autenticità deve innanzitutto tornare a se stesso, raggiungere il proprio destino, risalire alla sua fonte originaria. Deve insomma intraprendere un cammino partendo dalla domanda fondamentale “Dove sei?” (Gn 3, 9), la domanda rivolta da Dio ad Adamo che si era nascosto a Dio e di conseguenza a se stesso.
Se l’uomo compirà questo faticoso viaggio, allora gli si svelerà dinanzi un sentiero, l’unica via che meriti di essere percorsa: la sua. Ognuno infatti ha “la sua via” da percorrere, unica e irripetibile. Sceglierla non vuol dire rifare ciò che è già stato fatto da altri. La vita non è imitazione. Infatti un detto ebraico dice: “Nel mondo futuro non ti sarà chiesto perché non sei stato Mosè, bensì perché non sei stato te stesso”.
Ognuno ha una sua via propria e, sceltala, deve perseguirla con risolutezza, abbandonando la concezione della vita come accumulo di esperienze.
Qualunque sia la via scelta, se essa è la propria via e se la si persegue con fedeltà e perseveranza, alla fine si conosce la gioia, la bellezza, la pienezza e quindi il cammino percorso può aprirsi a Dio.
La prima opera da compiere è perciò iniziare da se stessi, ritornando a se stessi (teshuvah–ritorno/conversione) per poi raggiungere gli altri uomini con la coscienza che un uomo autentico contribuisce alla trasformazione del mondo solo attraverso la propria trasformazione.
Grazie!…è tra i libri più importanti e significativi che ho letto e riletto…aiuta a liberarsi dalle false credenze con cui si è cresciuti …
Lo ritengo molto importante e di grande aiuto …grazie!