Chi è capace di preghiera, non smonta le cose, ma rimane in attesa perché si aprano da se stesse. L’uomo di preghiera attende che le cose, la realtà, i cuori sboccino… Non fa violenza.
L’erba tirata non cresce prima, si strappa.
La preghiera permette al mistero, insito in ogni cosa, di emergere, di rivelarsi. Coi suoi tempi.
L’uomo di preghiera è «come un bambino che grida la propria fame, anche se qualcuno gli dice che non c’è pane!» (Simone Weil).
La preghiera è questa tensione irrinunciabile nell’andare oltre; perché la realtà non ci è sufficiente, non basta.
Il suicida è forse lì a ricordarci che questo mondo così com’è non è sufficiente. E il suicidio è proprio l’ultima preghiera dell’uomo assetato, al quale questa vita non è più sufficiente per dissetarlo.
La preghiera non è un domandare per avere, ma un aprirsi per essere.
Entrati in contatto con l’energia, il fuoco, la luce, lo spirito, veniamo trasfigurati.
Concordo:” la preghiera è questa tensione irrinunciabile nell’ andare oltre; perchè la realtà non ci è sufficiente,non basta.”…è cosi che la vivo.