La preghiera non facilita la vita

La preghiera non facilita la vita. 

Non si prega perché le cose vadano meglio, perché la realtà cambi, ma perché l’energia con cui s’è entrati in contatto attraverso la preghiera, possa cambiare la modalità con cui s’affronta la realtà. La vita è e sarà sempre la medesima, e più delle volte ha un corso tale per cui non possiamo farci nulla, ma la differenza sostanziale sta nel modo in cui la vivo, l’affronto, la interpreto.

Anche Gesù ha vissuto la tentazione di pensare che pregando, le cose potessero andare un po’ diversamente. Ma il suo pregare, tra l’altro così intenso da versare sangue, non ha prodotto una mutazione della realtà, bensì l’accostarsi di un angelo (simbolo dell’azione di Dio) col compito di confortarlo, di infondergli la consapevolezza che l’ultima parola non sarebbe stata la morte, ma una compagnia più forte della morte stessa: «”Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”. Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo» (Lc 22, 42s.).

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