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Il tempo che viviamo è immerso in un silenzio inusuale, dall’aspetto multiforme. A tratti è un silenzio amico, è il “tu” più profondo che ti consente di percepire emozioni e pensieri del tutto nuovi e profondi. E’ il silenzio che ti permette di contemplare il Creato, i profumi, i colori, i suoni. E’ il silenzio della casa dove si è tornati a fare il pane e a scoprire il lieve crepitio della pagnotta appena sfornata. Poi diventa un silenzio che opprime, che ti porta accanto a chi è solo, a chi sta male, a chi non ha nessuno che si prenda cura di lui, di lei… Il silenzio infine è vuoto, è freddo quando diventa la voce della morte; è la voce di chi se ne è andato in questi strani giorni, di chi ha concluso la sua parabola terrena, di chi ti ha voluto bene e con il quale devi costruire ora un nuovo rapporto d’amore, un nuovo linguaggio che vinca l’assenza e renda eterna e preziosa la vita.