Cosa intendiamo quando diciamo “nei cieli?”. Dove abita Dio?
Silesius, mistico tedesco del seicento scrive: “Fermati, dove corri? Il cielo è dentro di te! Se cerchi Dio altrove, lo perdi sempre di più”.
Con l’incarnazione è successo qualcosa di grande: si sono capovolte le prospettive. La carne dell’uomo è divenuta il cielo di Dio. Ora ogni pugno di carne è cielo di Dio.
L’unico luogo dove sta di casa Dio, è l’uomo. Io sono il cielo di Dio; i poveri – massimamente – sono il cielo di Dio.
Se vogliamo incontrare Dio non dobbiamo alzare gli occhi al cielo, dobbiamo prenderci cura delle carni. Dobbiamo cominciare ad entrare dentro noi stessi.
Se vogliamo incontrare il nostro Dio, non occorre più salire al cielo, tentando improbabili scalate ascetiche, ma prenderci cura del fratello che è caduto all’inferno.
Stiamo attenti. Dire “che sei nei cieli” vuol dire che mi è intimissimo ma al contempo indisponibile. Dio è sempre oltre ogni mio pensiero, immaginazione e idea!
A tal proposito il Vate incise all’entrata del Vittoriale un motto che, forse laicamente, racchiude ciò che tu dici: “io ho quel che ho donato”.