“Intingendo il calamaio nel cielo”

«Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera
» 

Alda Merini nacque il 21 marzo del 1931 a Milano, città amatissima. Qui vi morì nel 2009 all’età di 78 anni.

Donna straordinaria e poetessa sublime, segnata dalla malattia psichiatrica trovava i versi ‘intingendo il calamaio nel cielo’. 

Guardandomi attorno, mi pare non le sia dato lo spazio che si merita nel panorama culturale italiano odierno. Forse perché folle? O forse perché cristiana… 

Invito a visitare il bellissimo sito a lei dedicato, a cura delle sue quattro figlie, Emanuela, Flavia, Barbara e Simona: www.aldamerini.it, di leggere alcune sue poesie, e di togliersi il cappello dinanzi a quest’alta statura, perché ‘Anche la follia merita i suoi applausi’.

«Mi sento cattolica e profondamente moralista. Non lo so se credo in Dio, credo in qualcosa che… credo in un Dio crudele che ha creato, non è essere cattolici questo? Perché, Dio non è così? Tutti abbiamo un Dio, un idoletto, ma proprio il Dio specifico che ha creato montagne, fiumi e foreste lo si immagina solo… con la barba, vecchio, un po’ cattivo, un Dio crudele ha creato persone deformi, senza fortuna. Credo nella crudeltà di Dio. Non penso siano idee blasfeme, la Chiesa non mi ha mai condannata. […]

Io pregavo da bambina, ero sempre in chiesa, sentivo sette, otto, dieci messe al giorno, mi piaceva, però non ci vado più dai tempi del manicomio. Ho trovato una tale falsità nella Chiesa allora, in manicomio vedevo le ragazze che venivano stuprate, e dicevano di loro che erano matte. Stuprate anche dai preti, allora mi sono incazzata davvero».

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